venerdì 27 settembre 2013

Prepariamoci a scalare una montagna e pedalare...

Eltern, die über ihre Sprachen nachdenken und sie bewusst benutzen,
 öffnen ihren Söhnen und Töchtern
 die Türen für mehrere Sprachen.
Elke Montanari


Da quando la Fragola ha iniziato a lallare "da-da-da", io ho cominciato a domandarmi in quale lingua sarebbe stata la sua prima parola: italiano, la nostra madrelingua, quella che parliamo sempre in casa, o tedesco, la lingua che sente tutto intorno a lei e in cui spesso le canto canzoncine e filastrocche.

Per questo e altri ben più seri dubbi mi sono decisa a documentarmi un po' più a fondo sul bilinguismo, tema che avevo già affrontato nel corso dei miei studi linguistici ma che prima d'ora non mi aveva mai toccato così personalmente... o quanto meno non il bilinguismo in tenera età.

Così sono partita da un classico "Il bambino bilingue. Crescere parlando più di una lingua" di Barbara Abdelilah-Bauer che offre una prima infarinatura sull'argomento, sfatando innanzitutto il mito che i bambini bilingui inizino a parlare più tardi:

 
Fino ai 18 mesi i bambini acquisiscono circa due parole alla settimana. Ci vogliono in generale dai quattro ai cinque mesi in più (tra i 18 e i 24 mesi d'età) perché raggiungano un repertorio di cinquanta parole- il primo lessico. [...] Il bambino bilingue raggiungerà lo stadio delle cinquanta parole verso i 18 mesi, proprio come un bambino monolingue, ma con una particolarità: il suo repertorio totalizzerà una cinquantina di parole in tutte e due le lingue insieme (non in ciascuna da sola).



Per verificarlo ho iniziato allora a segnarmi tutte le nuove paroline che di settimana in settimana impara la Fragola (quello in foto con l'immagine di una bimba è il nostro quadernino delle parole). Fino ad ora ci aggiriamo intorno ai 30 vocaboli ricorrenti (suoni onomatopeici esclusi), di cui solo tre distintamente in tedesco. 





Non saprei dire con certezza se nel caso della Fragola si può parlare di un bilinguismo precoce simultaneo (quello che si sviluppa dalla nascita ai tre anni, come illustra la Abdelilah-Bauer) oppure se avrà più i tratti di un cosiddetto bilinguismo precoce consecutivo (dai tre ai sei anni). Al momento la lingua dominante è sicuramente l'italiano, non a caso quella che usa per comunicare con mamma, papà, nonni e zii...

Ma se la voglia di comunicare con chi lo circonda è la prima condizione necessaria affinché il bambino acquisisca il linguaggio, molto probabilmente sarà proprio questa voglia di comunicare con gli altri bambini e con le educatrici che la spingerà a parlare tedesco non appena inizierà l'asilo.


Nel frattempo ho potuto leggere diversi racconti di bilinguismo tedesco-italiano nell'interessante manuale di Elke Montanari, "Mit zwei Sprachen groß werden. Mehrsprachige Erziehung in Familie, Kindergarten und Schule" che si rivolge con un linguaggio semplice, numerosi esempi e una moltitudine di risposte pragmatiche a genitori, educatori e insegnanti impegnati nell'educazione plurilingue dei bambini.
Ho particolarmente apprezzato la similitudine dell'educazione bilingue come un percorso d'ascesa alla cima d'una montagna, un percorso in cui entrano in gioco diversi fattori: dal valore attribuito alla lingua, agli strumenti e i tempi per entrare in contatto con essa, fino all'età in cui la si apprende.

Un altro importante spunto che fornisce il manuale della Montanari riguarda il vantaggio di sviluppare contemporanemente le due lingue, come se queste fossero le ruote di una bicicletta a cui, per farla andar avanti nel migliore dei modi, dobbiamo far girare entrambe le ruote. Credo che questa riflessione sia molto utile per non rischiare, quando i bambini iniziano a frequentare la scuola, di accantonare la proprio lingua madre in favore di quella parlata nell'ambiente scolastico.

Per questo motivo, mentre adesso sto cercando di offrire alla mia Fragola più occasioni di ascoltare fiabe, filastrocche e canzoncine in tedesco, al momento la lingua più debole, farò probabilmente il contrario quando inizierà l'asilo... Starò facendo bene?

Chi lo sa, forse solo il tempo mi darà la risposta... intanto, cuore di mamma, si inorgoglisce che il suo primo abbozzo di parola, ormai diversi mesi fa, sia stato proprio mam[m]a: impossibile dire se detta alla tedesca (Mama) o all'italiana però sempre compresa in entrambe le lingue!


Questo post partecipa al Venerdì del libro, un'iniziativa proposta da Homemademamma.

5 commenti:

  1. Mi sono segnata subito il tuo libro, anche se per me leggere in tedesco è ancora mooooolto faticoso.
    Per il mio piccolo si stratta sicuramante di bilinguismo precoce consecutivo, visto che è venuto a contatto con la seconda lingua solo a 5 anni.
    Ora che ne ha sette passa tranquillamente da una all'altra anzi alle altre (italiano, tedesco e svizzero tedesco), anche se naturalmente in tedesco non ha la stessa ricchezza di linguaggio che in italiano.
    L'altro pomeriggio pero' è successa una cosa davvero curiosa: abbiamo incontrato dopo parecchi mesi una famiglia italiana. L'amichetto di Ale è bilingue italiano/tedesco, e finora hanno sempre giocato tra loro in italiano. L'altro pomeriggio invece a noi genitori parlavano in italiano, mentre tra loro giocavano eclusivamente in tedesco. Ti confesso che è stato uno shock!!

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  2. Ah, ci credo sia stato uno shock! Penso, però, sia normale perché la lingua che utilizza tutti i giorni per giocare con i suoi coetanei adesso è diventata il tedesco, giusto?
    Lo vedo anche con i bimbi di origine italiana che vivono qui: anche se ai genitori, o quanto meno a me, si rivolgono in italiano, tra loro usano soprattutto il tedesco. D'altronde le stesse madri, italiane di seconda generazione, per parlare di visite pediatriche, scuola e attività dei figli al di fuori della famiglia fra di loro utilizzano il tedesco. E alla fin fine capita anche a noi di inserire qualche termine tedesco per indicare qualcosa riferito esclusivamente alla nostra vita in Germania: mi viene in mente Anmeldung, Elternzeit o le varie U(ntersuchungen) seguite dal numero della visita...
    Riguardo al libro, invece, ti assicuro che il linguaggio è davvero semplice, i paragrafi concisi e ogni capitolo si conclude con un breve riassunto, così da facilitare la lettura anche ai non madrelingua (non un caso , presumo, dato che l'autrice è insegnante di tedesco come lingua straniera)... Buona lettura allora e fammi poi sapere che ne pensi!

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  3. interessante! Noi stiamo cercando di crescere il nano bilingue italiano e francese pur abitando in italia ed essendo italiani...sarà dura! Mi segno il titolo del libro in italiano, credo che possa essermi molto utile.
    Grazie!

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    1. Il libro della Abdelilah-Bauer, sicuramente un'ottima base da cui partire per un'educazione bilingue, dovrebbe essere stato da poco ristampato in Italia col titolo "Guida per genitori di bambini bilingui"...segno forse del crecente interesse (finalmente anche nel nostro Paese) verso un'educazione plurilingue?!
      I genitori che come voi decidono di introdurre presto una seconda lingua non materna nella vita del proprio bambino gli fanno, a perer mio, un regalo immenso!

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    2. Ora mi viene il dubbio che il libro di cui ti parlavo qui sopra non sia in realtà una ristampa ma un altro titolo della stessa autrice... Se li cerchi in libreria e riesci a confrontarne il contenuto, fammi sapere il responso! ;-)

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