lunedì 12 agosto 2013

Lunedì fotografici dedicati alla Sardegna. Seconda puntata:


L'Alguer



Per il secondo appuntamento con il foto-viaggiando del lunedì  sulla Sardegna lascio la parola alla mia più cara amica dei tempi dell'università -sì, la stessa di quel fattaccio col budino ;-) - che tra l'altro proprio in questi giorni è venuta a trovarci qui a Wiesbaden!

La scorsa estate, invece, mi ha fatto compagnia in una vacanza algherese all'insegna del buon cibo, della storia e naturalmente anche del riposo ( considerata la mia allora pancia all'ottavo mese di gravidanza).

Da quella settimana, in cui mi ero improvvisata Cicerone accompagnandola a visitare le meraviglie della Costa del Corallo, è nato un racconto con cui la mia amica ha vinto nel mese di settembre il concorso "Parola di vacanza" indetto dall'ufficio turistico di Alghero.

Poiché con la penna è molto più brava lei di me, lascio che siano le sue parole a raccontare le dieci foto di oggi:


Dentro il trolley... un (limpidissimo) mare di ricordi al profumo di mirto




Prime luci del giorno. Seduta su una panchina, cerco con lo sguardo l'autobus che mi riporta all'aeroporto.


La mia vacanza in Sardegna è proprio volata. Vedo in lontananza un anziano baffuto che corre tranquillo in bicicletta e sorrido tra me e me. Salgo sull'autobus. Noto dal finestrino l'allegria di tanti gruppi di ragazzi che rincasano, dopo una nottata di musica e risate sulla spiaggia. Alla fermata davanti a un campeggio sale una ragazza con due borsoni e uno zaino strapieno. Nel suo sguardo fisso e assorto leggo la stessa nostalgia che pervade anche me e che mi inumidisce appena appena le ciglia, mentre vedo la città allontanarsi dal finestrino, e ripercorro con la mente i giorni appena trascorsi.



 Chiudo gli occhi e rivivo il tuffo nel passato che mi è entrato nel cuore: il nuraghe Palmavera mi ha sussurrato una storia affascinante e misteriosa che non si studia sui libri di scuola, permettendomi di entrare in punta di piedi nelle vite di un popolo lontano e sconosciuto, in un'atmosfera estremamente suggestiva, in completa armonia con la natura circostante, tra il frinire dei grilli e una fresca brezza che mi spettinava i capelli. 




Mi ritrovo improvvisamente cullata dalle onde del mare, cristallino e limpido, lievitando lentamente sopra al tappeto di sabbia soffice che rende il mio primo bagno di stagione ancora più piacevole. Ichnusa ghiacciata e croccanti sfoglie pane guttiau fanno da sfondo culinario a un dolce tramonto sulla spiaggia e, mentre il sole s'è già nascosto dietro al mare, passeggio spensierata sopra i bastioni di Alghero, in mezzo a un viavai di persone che entrano ed escono dai ristoranti, chiacchierano gustando dissetanti granite o sorseggiando gli amari più tipici della tradizione isolana. 



Ripenso agli angoli incontaminati dell'accogliente spiaggia di Maria Pia e della selvaggia Mugoni, mi torna alla mente il viaggio in battello verso le fresche e scivolose Grotte di Nettuno, una traversata lungo scenari di purissima bellezza, degni di National Geographic, mi intenerisce la sensazione di intimità del panorama dalla torre Sulis, quando il sole lascia il posto ai colori caldi del crepuscolo e le famiglie si riuniscono intorno a una ricca tavola imbandita, sorrido pensando alle piacevoli passeggiate serali nella vecchia Alguer, agli spettacoli di coinvolgenti artisti di strada e al delizioso gelato al mirto, vera chicca delle serate algheresi. 


Come potrei dimenticare, poi, le dolcissime sveglie, profumate di miele e seadas, e le ancora assonnate colazioni in terrazza, "sbirciate" dagli occhi incuriositi dei turisti d'oltralpe. 


Prima del check-in faccio un salto veloce nel negozio di souvenir e mi accaparro uno degli ultimi sacchetti di mirto essiccato, che "aromatizzerà" tutta la mia valigia e che, una volta rientrata a casa, mi aiuterà a combattere il "mal di Sardegna". 
L'aereo decolla.



 Arrivederci mia cara Alghero, mi sei proprio entrata nel cuore: questo, posso assicurartelo, non è un addio.

 Valentina D'Amora


venerdì 9 agosto 2013

L'isola che non si vede...

"Vista da qui,
 con la lente della cultura
 la Sardegna appare autenticamente straordinaria,
 così per lo meno pare a me...
 per andare in Costa Smeralda c'è sempre tempo." 
Marcello Fois

Vi ho già raccontato di come il mio rapporto con la Sardegna sia passato innanzitutto attraverso la buona tavola. Ed è stato un bene perché poi quando approdai la prima volta sull'isola, diciamo che la presi  letteralmente dal verso sbagliato. Eravamo in pieno agosto, sulla costa nord-orientale e, pur cercando di evitare accuratamente la calca della Costa Smeralda, ci ritrovammo in un luogo di sole spiagge, bellissime certo, ma talmente affollate che pareva di essere a Rimini! 

Mi consolavo con il buon cibo, ché quello non manca in nessuna parte dell'isola, e alla ricerca di intinerari meno convenzionali mi rifugiavo in una libreria di Olbia per consultare guide e carte turistiche.

 La mia fortuna fu imbattermi nel libro di un'allora ancora poco nota scrittrice sarda. Gli undici percorsi nell'isola che non si vede descritti da Michela Murgia nel suo Viaggio in Sardegna hanno salvato una vacanza iniziata con il piede sbagliato. Non che abbia poi seguito subito tutti gli undici percorsi ma devo ammettere che il libro mi ha regalato una nuova prospettiva sull'isola, fuori dagli schemi convenzionali del turismo estivo.


giovedì 8 agosto 2013

L'alfabeto della cucina regionale italiana: la B di bottarga

Dovete sapere che il mio rapporto con la Sardegna è passato innanzitutto attraverso il suo ottimo cibo.
 
Prima ancora di mettere piede sull'isola, da piccola gioivo quando zio Mario, di ritorno dalle visite ai parenti, ci portava in continente un po' del buonissimo pane Zichi di Bonorva .
 E che dire delle delizie che dopo le vacanze giungevano nell'appartamento genovese insieme alla mia coinquilina sarda? È grazie a sua mamma se ho imparato alcune delle mie ricette isolane preferite.


Rimaniamo quindi in Sardegna per il secondo appuntamento con l'alfabeto culinario che vede protagonista indiscussa una prelibatezza da veri buongustai:  la bottarga

La  parola bottarga deriva dall'arabo batārikh (بطارخ) che vuol dire "uova di pesce salate"; infatti si ricava dalle sacche ovariche (gonadi) di alcui pesci, tra cui soprattutto cefali, anche detti muggini, e tonni rossi.

La bottarga sarda è molto pregiata: in particolar modo quella di muggine ricavata dagli stagni di Cabras (in provincia di Oristano) e quella di tonno proveniente, invece, da Carloforte (paese sull'isola di San Pietro a Sud-Ovest della Sardegna). 

Di seguito potete vedere un servizio del tg 1, dalla rubrica "Terre e sapori", in cui si parla proprio del prelibato "caviale della Sardegna" ricavato, seguendo una tecnica antica, dagli stagni di Cabras:


E se nella vostra ultima vacanza sull'isola siete riusciti a procurarvi un vasettino di bottarga (in commercio ne trovate da 40 gr a circa 5 €, comodi anche da portare in aereo nel bagaglio a mano), ecco come potete utilizzarla:
Non ha fatto venire l'acquolina in bocca anche a voi questo bel piatto di  
fregola sarda con vongole e bottarga di muggine?
Se volete segnarvi la ricetta, di seguito ne troverete la trascrizione...

lunedì 5 agosto 2013

Primo post fotografico: la Sardegna che ho visto (finora)

Da maggio a settembre, da Nord-Est a Sud-Ovest, impressioni di Sardegna raccolte in quasi cinque anni di scatti. 

Per tre lunedì di fila pubblicherò dieci foto più una dei luoghi sardi visitati finora.
Apriranno e chiuderanno i post alcune immagini di Alghero che in questi anni è stata la base di partenza per i nostri viaggi alla scoperta dell'isola.

Inoltre, in fondo ad ogni post, per chi avrà voglia di mettersi alla prova, proporrò un breve quiz fotografico: quindi attenti ai dettagli!


La prima volta che ho messo piede in Sardegna mi è sembrato quasi di arrivarci via terra, tanto mi sembravano vicine le coste di  Santa Teresa di Gallura dalla mia amata Corsica:

agosto 2008. Un tuffo dove l'acqua è più blu a Santa Teresa di Gallura
agosto 2008. Tramonto su Castelsardo

Lo Ziqqurat di Monte d'Accodi nei pressi di Porto Torres (SS) si staglia sotto il cielo terso di fine agosto (2010)

La quiete di un tardo pomeriggio di maggio (2011) a Porto Ferro
settembre 2010. Cavalcata in una giornata ventosa, lungo la distesa di sabbia rugginosa a Porto Ferro.

maggio 2011. Quando la macchia mediterranea è più rigogliosa, vista dalla torre Negra di Porto Ferro.

giugno 2011. Prima che ci cogliesse il temporale alla spiaggia di Ezzi Mannu

giugno 2011. Le coste dell'Argentiera bagnate dal mare e sferzate dal vento.

giugno 2011. Quando spira il Maestrale.

maggio 2009. Margherite alla spiaggia di Maria Pia con scorcio su Alghero vecchia.

Non è difficile capire quale sia la mia spiaggia preferita, vero?


venerdì 2 agosto 2013

Di amiche e consigli di letture per future mamme... specialmente per una


  Cara amica, ti scrivo così mi distraggo un po'
e siccome siam lontane dal blog ti scriverò.
Da quando son partita c'è una grossa novità...

Prendo in prestito, adattandole, le parole della celebre canzone "L'anno che verrà" di Lucio Dalla per inaugurare una serie di post dedicati alla mia amica con l'A maiuscola, quella dai tempi dell'Istituto d'arte...

Ah, non ve l'avevo detto di aver frequentato per alcuni anni e senza gran successo l'Istituto d'arte? Ammetto non sia stata una delle mie scelte migliori ma non la rimpiango per il semplice fatto di avervi conusciuto lei. Lei che c'è sempre stata, soprattutto durante i mesi di attesa della mia Fragola e che da poco mi ha dato a sua volta la lieta novella. A lei, che ancor prima lo sapessi io, gioiva già perché avrei avuto un bimbo, dedico questa serie di post con consigli di letture dedicate alle future mamme.

Non pretendo assolutamente di essere esaustiva né di seguire un qualsivoglia rigore scientifico nel parlarvi di alcuni testi piuttosto che di altri. Vi racconterò semplicemente quello che ho letto io, proprio come si consiglia un libro ad una cara amica. 

E devo dire che di testi e manuali sulla maternità ne ho fatto una bella scorpacciata ultimamente, ché la Fragola ci è piovuta dal cielo quando meno ce l'aspettavamo e son dovuta correre ai ripari, documentandomi molto e in fretta. ;-)

Così a mio tempo ho affrontato la gravidanza con lo stesso spirito con cui affrontavo un esame universitario: partendo dai manuali di base per arrivare a scegliere i testi più interessanti nella bibliografia consigliata.

giovedì 1 agosto 2013

L'alfabeto della cucina regionale italiana. A di "ajucche"


Questo post, con cui inauguro la mia nuova rubrica, L'alfabeto della cucina regionale italiana (nome suggeritomi da 'mori, alias il mio compagno e papà della Fragola), è rimasto per più di un mese in bozza e più avanti scoprirete anche il perché.

Intanto, ricordate? Qui vi raccontavo che durante le nostra prima vacanza italiana siamo stati a diverse sagre, tra cui ad inizio giugno quella delle ajucche a Quincinetto, paese all'imbocco della Valle d'Aosta. 



La mia nonna materna è originaria di quelle parti e fin da bambina tra fine aprile e inizio giugno ho visto i miei la domenica armarsi di scarponi e borse per andare a raccogliere le famigerate ajucche in qualche prato montano.

 Non sapevo la parola italiana per riferirsi a queste erbe spontanee che in Italia pare crescano soltanto nelle alture del Canavese. Conoscevo, però, molto bene la squisita zuppa che prepara nonna Feli e non mi sono lasciata sfuggire l'occasione di un bel pranzetto a base di raponzolo...

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