venerdì 25 ottobre 2013

Il mio comodino o il reparto puericultura di una libreria?

La Feltrinelli li colloca sotto il genere "discipline educative e maternità", dalla libreria tedesca di fiducia li trovo nel reparto "Familie", segnalati da un tanto conciso quanto esplicativo  "Elternratgeber" (letteralmente colui il quale dà cosigli ai genitori): sto parlando di tutti quei manuali per futuri o neogenitori che da più di un anno a questa parte affollano il mio comodino e che ora sto cercando di spacciare alla mia amica, presto mamma anche lei...

L'amore per il proprio bambino
 è una solida marea
che cresce inesorabile
 ma lenta.


La citazione che avete appena letto è tratta dalla "Guida pratica per sopravvivere al primo anno di vita del bambino" scritta dalla giornalista e blogger Paola Maraone nel suo libro "Ero una brava mamma prima di avere figli", a metà fra un manuale per neogenitori e un'opera autobiografica ricca di aneddoti divertenti e arricchito ulteriormente da consigli su letture cartacee o reperibili in rete a tema maternità ma non solo.


Prima di decidermi ad acquistarlo avevo letto un paio dei vecchi post sul blog omonimo, sapendo che molte delle cose che scriveva le avrei ritrovate nel libro... ma è stato soprattutto l'incipit a convincermi:


"Fare un figlio è come lanciare nel mondo un amo a forma di punto interrogativo. Bisogna essere preparati, raccomanda qualcuno. Per fortuna e purtroppo, per quanto impegno ci si metta, non si è mai preparati abbastanza: né a metterlo al mondo, né ad allevarlo quando sarà nato. Ci si sforza di informarsi, confrontarsi, di sistemare i pensieri, di prendere le misure. Ma quel che si crede prima non corrisponde mai a quel che sarà dopo. Eppure avevo letto un'infinità di manuali..."


Mi sono bastate queste prime frasi per rendermi conto che, seppur partendo da esperienze di maternità differti dalla mia, avrei trovato nell'opera della Maraone un punto di contatto: la sua onestà nel raccontantare i primi dodici mesi passati a prendersi cura di un bambino è ciò che rende davvero interessante le sue pagine, tutte e duecentrenta, non solo le prime.



Mi sono accorta che una volta per decidermi a comprare un libro ne leggevo l'utima pagina mentre adesso preferisco basarmi sull'impressione iniziale e così mi lascio conquistare dagli incipit... come quello del libro di Concita De Gregorio, "Una madre lo sa", che raccontando ventidue storie, ognuna con la sua peculiarità, ci mostra come sia impossibile definire il modo giusto di essere madre:

"Cosa sia una buona madre lo decidono gli altri. Il coro. Lo sguardo che approva e che rimprovera. Quelli che sanno sempre cosa si fa e cosa no. Cosa è giusto, saggio, utile. Quelli che dicono è la natura, è così: devi avere pazienza, assecondare i ritmi, provare tenerezza dedicarti. Se ti senti affondare è perché sei inadeguata. se soffochi è perché non hai gli strumenti della maturità. [...] Se preferisci il lavoro allora cosa pretendi. Se non ci sei mai che ne sarà di tuo figlio, se gli stai sempre addosso come potrà rendersi autonomo. Se ti senti stanca sei depressa, se ti fa impazzire sei un mostro [...]; se la maternità non ti invade naturalmente e spontaneamente come un raggio di luce, se non ti cambia i connotati rendendoti nutrice solare, improvvisamente dedita e paziente: ecco, allora è chiaro che non hai l'istinto giusto. Sei inadatta, sei contro natura. Colpevole, a pensarci bene. Una cattiva madre."

E a proposito di "madri cattive" mi verrebbe in mente un altro saggio ma ci sarebbe troppo da dire e quello è un altro post.

 Oggi lascio parlare i libri che in questi mesi hanno avuto la straodinaria capacità di tenermi sempre a galla: anche quando fuori piove e tua figlia pare uggiosa come il tempo, quando saluti il tuo compagno di sfuggita alle otto di mattina per rivederlo alla sera alla stessa ora e in tutto il giorno quelle con lui sono le uniche conversazioni faccia a faccia che hai avuto con una persona adulta (skype non conta)... Quindi sì, se c'è una cosa che mi sento di consigliare davvero ad ogni futura o neo mamma è la compagnia di un libro: non deve parlare per forza di maternità, basta che abbia il potere di conciliarti con te stessa, ricordandoti tutte le sfumature del tuo essere non solo madre.

Questo post partecipa al Venerdì del libro, un'iniziativa proposta da Homemademamma,
e alla sfida "Io leggo italiano" lanciata dalla Fede librovora .

5 commenti:

  1. Il primo l'ho letto e mi è piaciuto ma non così tanto, seguo molto più volentieri il blog dell'autrice.
    Il secondo mi manca ma mi ispira da un po'...grazie per avermelo ricordato!
    D'accordissimo con te circa il potere dei libri per le neomamme e non solo!

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  2. "Ero una brava mamma prima di avere figli" a me aveva attirato per il titolo accattivante ma ero un po'scettica avendo già letto altri libri mediocri tratti da blog interessanti (anche se in questo caso ho l'impressione che il blog sia nato dopo per pubblicizzare il libro). Partivo quindi con aspettative piuttosto basse e alla fine, invece, l'ho apprezzato soprattutto per la scrittura genuina e la quasi completa assenza della solita retorica sulla maternità. Anche i consigli di lettura alla fine dei capitoli sono stati particolarmente graditi alla mia insaziabile curiosità su un argomento di cui fino a relativamente poco tempo fa ero completamente digiuna!

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  3. Quello della De Gregorio, invece, la prima volta che l'ho letto mi è sembrato un'accozzaglia di storie senza (quasi) alcun nesso fra di loro... solo dopo aver riletto alcuni dei racconti ( i miei preferiti sono "Raccontami la notte in cui sono nato" e "Mi vuoi bene anche se sono cattivo") mi sono resa conto che la forza di questo libro consiste proprio nell'aver saputo narrare le vicende "da dentro", cosa che, secondo me, ne accentua ulteriormente la diversità.
    Quando l'avrai letto fammi sapere poi come ti è sembrato e quali storie hai amato di più!

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  4. Ho letto solo alcune storie dal libro della De Gregorio, poi l'ho abbondonato, non perchè non mi piacesse ma perché dopo un po' mi annoio a leggere brevi storielle, sono più da romanzo lungo che da racconto breve.

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    1. Anch'io una volta preferivo i romanzi e, sarà perché ho studiato letteratura russa, i libri con meno di un centinaio di pagine, non li prendevo neanche in considerazione! Ora, però, leggo mentre la Fragola dorme o tutt'al più è impegnata a giocare quindi, devo dire, che sto rivalutando i racconti! Con i romanzi al momento perdo il filo troppo spesso: -Mammaaaaa!- -Arrivo, Fragola, arrivo!-

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